Un esercito di archivisti


Gloria Nibali – All’indomani dell’attentato di Parigi nel novembre 2015 il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dichiarava: “un miliardo per la sicurezza ed un miliardo per la cultura” a sottolineare l’interesse costante del governo attuale verso la valorizzazione dei beni culturali nel nostro paese.

Lo scorso aprile è stato pubblicato un bellissimo articolo da Adnkronos sugli Archivi di Stato, intesi come tallone di Achille del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in cui viene chiarita la situazione attuale, che vede gli Archivi di Stato saturi di documentazione, e sofferenti per la carenza di personale, dei pochissimi posti previsti per gli archivisti al futuro concorso per 500 funzionari del Ministero, senza parlare della spesa pubblica per affittare locali che fungano da deposito per tutti i documenti versati dagli enti pubblici perchè non entrano negli Archivi di Stato, insomma una situazione difficile da gestire, che potrebbe procurare danni irreparabili a tutto il patrimonio archivistico italiano ed alla nostra memoria storica.

L’attuale Ministro Franceschini ha sì, raddoppiato le risorse destinate agli archivi, poco più di venti milioni di euro previsti per il triennio 2016-2018 ma non è ancora abbastanza, e non lo sarà finchè non sarà chiaro a tutti l’importanza del patrimonio archivistico in cui è scritta la nostra storia.

Anche il CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) il 1^ Maggio di quest’anno, ha assegnato ai beni culturali ed alla ricerca un miliardo di euro, come prospettato da Renzi ma, tra i progetti destinatari di questi contributi, non c’è nemmeno un archivio, solo 170 milioni per interventi di interesse nazionale, ma ho forti dubbi che riguardino gli archivi.

E’ un’emergenza e, come tutte le emergenze, va trattata con urgenza.

Durante i momenti difficili attraversati dal nostro paese a causa delle calamità naturali come il crollo della diga nel Vajont, il terremoto in Abbruzzo, il terremoto in Umbria e così via, un ruolo fondamentale è stato ricoperto dalla protezione civile e dall’esercito.

Dopo la firma dell’accordo tra il Mibact e l’Unesco, nel 2015, che prevede l’istituzione dei caschi blu per la cultura, l’idea di prevedere un’esercito di archivisti per soccombere ai problemi dei nostri archivi non è poi così utopistica.

Le scuole di Archivistica, paleografia e diplomatica, istituite presso alcuni Archivi di Stato formano archivisti con cadenza biennale, e lo stesso dicasi per le università e le scuole di specializzazione da cui escono archivisti preparati e formati attraverso i tirocini e gli stages.

Per entrare nell’esercito italiano, dopo la sospensione della leva, i nostri ragazzi oggi fanno un iter che prevede un concorso pubblico per diventare militari per un anno, dopo di che, sono previste altre tappe concorsuali per permettere di continuare la carriera a chi è più meritevole.

Perchè non applicare questa procedura agli archivisti? Perchè non permettere a tutte queste risorse competenti in materia di mettere le mani sui nostri archivi e ordinarli, condizionarli, renderli consultabili, quindi valorizzarli?

Si potrebbero bandire dei concorsi per assumere archivisti per un certo numero di anni da impiegare negli archivi di Stato per dare un valido contributo alla gestione dei fondi archivistici, permettendo così a tanta gente di poter andare in pensione senza lasciare il posto vuoto, riuscendo in questo modo anche a tramandare le proprie conoscenze e la propria esperienza.

L’archivio ha bisogno di essere gestito con costanza, un vuoto temporale che scaturirebbe dal pensionamento dell’archivista fino all’assunzione di uno nuovo, significherebbe, un vuoto per la nostra memoria, che resterebbe disordinata e non consultabile e quindi sconosciuta.

L’archivista è parte fondamentale dell’archivio, l’archivio esiste perchè esiste un archivista che lo cura, lo studia, lo riordina, lo conserva e lo valorizza. C’è poco tempo a disposizione per intervenire, che ben vengano le task forces impiegate in ambito del patrimonio culturale internazionale ma anche qui in Italia è emergenza!! (g.n.).

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